Tassazione Criptovalute: come, quando e cosa dichiarare

Tassazione Criptovalute: come, quando e cosa dichiarare

Tempo di lettura: 4 minuti

In un mondo finanziario sempre più digitale, le criptovalute stanno acquisendo un ruolo centrale, portando con sé nuove sfide normative e fiscali. Con la Legge di Bilancio 2023, l’Italia si fa pioniera, introducendo un regime fiscale specifico per le cripto-attività. Ma quali sono le implicazioni di queste nuove normative per gli investitori e gli utenti di criptovalute? Questo articolo fornisce una guida chiara sulle nuove regole fiscali, suggerimenti pratici per la dichiarazione e spiega come navigare nel complesso mondo della tassazione delle cripto-attività.

Sommario:

Il Nuovo Regime Fiscale per le Criptovalute: Novità dalla Legge di Bilancio 2023

Introduzione al Cambiamento Normativo

Con la Legge di Bilancio 2023 (art.1, commi 126-147 della Legge 207/2022), il legislatore italiano ha introdotto importanti novità riguardanti il trattamento fiscale delle criptovalute e delle altre cripto-attività. Questo passaggio normativo rappresenta un importante sviluppo nel contesto del diritto tributario italiano, in risposta all’incremento significativo del volume di transazioni nel settore delle cripto-attività.

La Definizione di Cripto-Attività e il Contesto Normativo Precedente

Le cripto-attività, definite come «rappresentazioni digitali di valori o diritti trasferibili e memorizzabili elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o tecnologie analoghe» (art. 3 del Regolamento MiCA dell’UE), hanno generato interrogativi sulla loro natura giuridica e sul trattamento fiscale da applicare. Prima della Legge di Bilancio 2023, la materia fiscale relativa a tali attività era avvolta da incertezze, nonostante i tentativi di chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate, come la risoluzione n. 72/E del 2016, che assimilava le operazioni in valute virtuali a quelle in valute estere.

La Risposta del Legislatore Italiano

Di fronte a questo scenario di incertezza, il legislatore italiano ha deciso di intervenire con la Legge di Bilancio 2023, introducendo una specifica disciplina fiscale che entra in vigore dal 1° gennaio 2023. Questa normativa prevede una nuova categoria reddituale tra i redditi “diversi”, riguardante tutte le tipologie di reddito derivanti dal possesso di cripto-attività. La nuova lettera c-sexies) del comma 1 dell’art. 67 del Tuir definisce chiaramente le cripto-attività, ricalcando la definizione del Regolamento MiCA.

Dubbi e Interpretazioni

Tuttavia, alcuni dubbi sono emersi, in particolare in relazione all’inclusione delle valute virtuali nell’ambito di applicazione del MiCA. Se si dovesse concludere che le criptovalute sono escluse dal MiCA, ne conseguirebbe anche la disapplicazione della normativa fiscale correlata. Pertanto, le cripto-attività comprese nella definizione sono quelle rappresentazioni digitali di valore o di diritti che non rientrano nella nozione di strumento finanziario, escluse quindi dal MiCA.

Specificità del Regime Fiscale per le Cripto-Attività Secondo la Legge di Bilancio 2023

Categorie Reddituali e Operazioni Coinvolte

La nuova normativa fiscale introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 estende la sua applicazione a diverse categorie di operazioni riguardanti le cripto-attività. Tra queste vi sono l’utilizzo di cripto-attività per l’acquisto di beni o servizi (utility token), l’uso di valute virtuali per l’acquisto di NFT (Non Fungible Tokens), la conversione di valute virtuali in euro o altre valute FIAT, e la cessione di NFT già emessi. Queste operazioni sono ora soggette a tassazione come redditi diversi, secondo le norme stabilite dalla nuova legislazione.

Esclusioni e Ambito di Applicazione

Importante è sottolineare che non tutti i tipi di token rientrano nell’ambito di applicazione della normativa fiscale prevista dalla Legge di Bilancio. I redditi derivanti dagli investment token (o security token) che corrispondono a uno strumento finanziario previsto dalla MiFID II sono esclusi. Questo perché tali token, indipendentemente dalla loro rappresentazione digitale, sono considerati a tutti gli effetti strumenti finanziari.

Impatto sul Settore e le Implicazioni Pratiche

Questa nuova normativa ha implicazioni significative per il settore delle cripto-attività. Innanzitutto, stabilisce un quadro fiscale chiaro e definito, riducendo l’incertezza e fornendo indicazioni precise agli operatori del settore e agli investitori. Inoltre, la definizione di cripto-attività adottata e la distinzione tra le varie categorie di token forniscono una base solida per la comprensione e l’applicazione delle norme fiscali.

Conclusioni: Un Passo Avanti nella Regolamentazione delle Cripto-Attività

In conclusione, con la Legge di Bilancio 2023, l’Italia compie un passo significativo nella regolamentazione delle cripto-attività, adeguandosi al contesto normativo europeo e internazionale. La nuova legislazione non solo fornisce una guida chiara per la tassazione di queste innovative forme di attività, ma contribuisce anche a legittimare ulteriormente il settore delle cripto-attività, riconoscendo il loro crescente ruolo nell’economia digitale e nel sistema finanziario globale.

Fonti: risposte agli interpelli All’Agenzia delle Entrate del 28 settembre 2018 n.14 e 20 aprile 2020 n.110,

Tassazione Criptovalute

Aspetti Fiscali e Dichiarativi delle Cripto-Attività

Quanto si Paga di Tasse sulle Crypto?

La tassazione delle cripto-attività in Italia, secondo la nuova normativa introdotta dalla Legge di Bilancio 2023, prevede che i redditi derivanti da operazioni in cripto-attività siano inclusi nella categoria dei redditi “diversi”. La percentuale di tassazione applicabile dipende dalla specifica natura dell’operazione e dalla sua classificazione fiscale. Ad esempio, le plusvalenze realizzate dalla vendita o dallo scambio di cripto-attività possono essere soggette a tassazione secondo le aliquote previste per i redditi di capitale o per i redditi diversi. Per determinare l’esatta aliquota e le eventuali detrazioni o esenzioni applicabili, è consigliabile consultare un esperto fiscale.

Come Evitare di Pagare le Tasse sulle Criptovalute?

Evitare il pagamento delle tasse sulle criptovalute non è legalmente possibile, dato che la normativa italiana richiede la dichiarazione e la tassazione dei redditi derivanti da tali attività. Tuttavia, è fondamentale essere informati su eventuali esenzioni, soglie di non imponibilità o regimi fiscali agevolati che potrebbero applicarsi in determinate circostanze. Ad esempio, piccole plusvalenze potrebbero non superare la soglia di imponibilità. In ogni caso, è essenziale aderire alle normative vigenti per evitare sanzioni e problemi legali.

Quando non vanno Dichiarate le Criptovalute?

Le criptovalute non vanno dichiarate nei casi in cui non si realizzano operazioni soggette a tassazione, come la semplice detenzione senza alcuna transazione realizzata nell’anno fiscale di riferimento. Tuttavia, se si realizzano operazioni come vendite, scambi o utilizzo delle criptovalute per l’acquisto di beni o servizi, queste operazioni vanno generalmente dichiarate. La mancata dichiarazione di tali operazioni potrebbe comportare sanzioni e controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Quando Dichiarare le Crypto nel 2023?

Per l’anno fiscale 2023, le operazioni in cripto-attività che generano redditi imponibili devono essere dichiarate nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo, ossia nel 2024. Questo include tutte le operazioni che generano un reddito, come la vendita di criptovalute, lo scambio con altre cripto-attività o valute FIAT, e la cessione di NFT. È importante tenere traccia di tutte le operazioni effettuate durante l’anno per garantire una dichiarazione accurata e completa.

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