Il danno morale e la perdita di chance per gli errori medici

Il danno morale e la perdita di chance per gli errori medici

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Immaginate di sottoporvi a un intervento chirurgico con la speranza di migliorare la vostra qualità di vita, ma di ritrovarvi invece a combattere con complicazioni inaspettate che cambiano radicalmente il vostro futuro. Questa è la storia di una giovane donna che, dopo un intervento di mastectomia, si è trovata a lottare non solo con le sfide fisiche, ma anche con una battaglia legale per il riconoscimento del danno subito.

La vicenda giudiziaria

Nel 2006, dopo aver subito un intervento chirurgico di mastectomia sottocutanea bilaterale e ricostruzione del seno, la paziente ha iniziato a manifestare sintomi preoccupanti. Durante i controlli post-operatori, è stata riscontrata una posizione anomala degli espansori e un’infezione da stafilococco aureo. Questa infezione ha portato all’asportazione delle protesi mammarie installate. La paziente ha sostenuto che la responsabilità di questa complicazione fosse dovuta alla mancanza di controlli adeguati post-operatori nell’ospedale.

Due anni dopo, nel 2008, ha avviato un’azione legale contro l’azienda ospedaliera che l’aveva operata, chiedendo il risarcimento per i danni subiti. Il Tribunale di Modena ha accolto la sua richiesta, condannando l’ente ospedaliero a pagare una somma di €96.225,80.

Il percorso giudiziario: dall’appello alla Cassazione

Dopo la sentenza del Tribunale di Modena, che aveva condannato l’ente ospedaliero al pagamento di €96.225,80 in favore della danneggiata, quest’ultima ha deciso di fare appello. La sua principale contestazione riguardava la quantificazione dei danni, ritenendo che l’importo stabilito non fosse adeguato a coprire l’intero danno subito. Ha sottolineato di aver subito un danno biologico non inferiore al 30-32% e ha rivendicato il diritto al risarcimento del danno morale, esistenziale e alla perdita di chance. Quest’ultima, in particolare, era legata all’incidenza della devastazione fisica non solo sulle sue condizioni fisiche e psicologiche, ma anche sui suoi rapporti sociali e lavorativi, considerando la sua giovane età (34 anni) e la sua professione di ragazza immagine.

Tuttavia, l’appello è stato respinto. La sentenza d’appello ha confermato la decisione di primo grado, sottolineando la correttezza nella motivazione della quantificazione degli esiti permanenti. Ha inoltre respinto la richiesta di risarcimento per danno esistenziale, considerandola duplicata, e ha negato il risarcimento per danno morale, ritenendolo non provato. Infine, ha respinto la richiesta di risarcimento per la perdita di chance lavorative, sostenendo che non era stata provata l’intenzione della danneggiata di intraprendere una carriera come modella o ragazza immagine.

Non arrendendosi, la danneggiata ha deciso di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, presentando un ricorso articolato in quattro motivi. Tra questi, il terzo motivo riguardava l’omessa personalizzazione del danno, il rigetto della domanda di risarcimento del danno morale e il rigetto della domanda di risarcimento del danno da perdita di chance.

La decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il terzo motivo, sottolineando che la corte d’appello aveva commesso un errore nel non riconoscere il danno morale, nonostante la grave lesione subita dalla danneggiata. Ha inoltre evidenziato che la corte d’appello aveva errato nel rigettare la domanda di risarcimento per la perdita di chance, poiché la danneggiata aveva fornito prove concrete della sua carriera come ragazza immagine e delle potenziali opportunità lavorative perse a causa delle sue condizioni fisiche.

In conclusione, la Corte di Cassazione ha ribadito l’importanza di una valutazione accurata e completa del danno subito dalla vittima, tenendo conto di tutti gli aspetti della sua vita, sia fisica che psicologica.

La Perdita di Chance: un concetto chiave

Nel contesto legale, la “perdita di chance” si riferisce alla perdita di un’opportunità o di una probabilità di ottenere un risultato favorevole o di evitare un esito sfavorevole. Questo concetto è diventato sempre più rilevante nelle cause legali, in particolare in quelle legate alla responsabilità medica.

Nel caso in esame, la danneggiata ha sostenuto di aver perso l’opportunità di proseguire la sua carriera come ragazza immagine a causa delle complicazioni post-operatorie e delle conseguenti condizioni fisiche. La sua richiesta di risarcimento per la perdita di chance era basata sulla convinzione che, se non fosse stato per l’errore medico, avrebbe avuto maggiori opportunità lavorative e una qualità della vita migliore.

La Corte di Cassazione, nel valutare il ricorso, ha riconosciuto l’importanza di questo concetto. Ha sottolineato che, per stabilire l’esistenza di una perdita di chance, non è necessario dimostrare con certezza che l’opportunità perduta si sarebbe concretizzata. È sufficiente dimostrare che vi era una probabilità ragionevole che si verificasse un esito favorevole.

Implicazioni e riflessioni

La sentenza della Corte di Cassazione ha aperto nuove prospettive nella valutazione del danno in casi di errore medico. Ha ribadito l’importanza di una valutazione completa e personalizzata del danno, che tenga conto non solo delle lesioni fisiche, ma anche dell’impatto psicologico e delle opportunità perdute.

Questo caso sottolinea l’importanza di una giustizia equa e completa per le vittime di errori medici. Ogni individuo ha diritto a un risarcimento che rifletta pienamente l’entità del danno subito, sia esso fisico, psicologico o legato a opportunità perdute.

In conclusione, la sentenza ha riaffermato l’importanza del diritto delle vittime di ricevere un risarcimento adeguato e ha sottolineato la necessità di una valutazione accurata e completa del danno in ogni caso.

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